Il Santuario di Santa Rosalia, patrona di Palermo, è un importante luogo di culto ma anche uno dei monumenti più suggestivi della città, capace di emozionare scrittori celebri come il poeta romantico Johann Wolfgang Goethe.
Non si può restare indifferenti dinanzi a questa chiesa dalla struttura davvero particolare, che si raggiunge in auto con una strada a tornanti da cui si gode di una splendida vista sulla città di Palermo o a piedi con una lunga gradinata.
La chiesa è costruita a ridosso della grotta dove Santa Rosalia visse gli ultimi otto anni della sua vita, venendo a formare un tutt’uno con il Monte Pellegrino, la montagna sacra dei palermitani.
È una vista toccante e sbalorditiva, che colpisce i visitatori per la forza della religiosità che riesce ad emanare ma anche per l’ingegno architettonico dei suoi costruttori.
Per il suo significato simbolico e religioso, per la sua originalità, per la fusione perfetta di natura e costruzione umana il Santuario di Santa Rosalia è una meta imperdibile durante una vacanza a Palermo.
Il Santuario di Santa Rosalia fu costruito nel Seicento in seguito al miracoloso evento che portò alla fine della peste di Palermo.
Per raggiungere il santuario dovrete salire una lunga scalinata: arrivati in cima fermatevi ad ammirare la facciata seicentesca dell’originalissima chiesa, costruita a ridosso della montagna.
Una volta entrati, attraverserete un vestibolo e una sala con una cupola aperta al cielo, dopodiché avrete accesso al cuore del santuario, ovvero la grotta carsica profonda circa 25 metri in cui visse la santa e all’interno della quale vennero ritrovati i suoi resti.
La statua della santa, che la ritrae al culmine dell’estasi mistica nel momento del suo trapasso con addosso una sontuosa veste dorata, ha una potente carica drammatica che tocca il cuore di ogni visitatore. L’opera è dell’artista fiorentino Gregorio Tedeschi.
All’interno del santuario si trovano due altari, un crocefisso in legno, una ricca raccolta di ex voto e alcune lapidi. Terminata la visita, potrete acquistare cartoline e souvenir a tema religioso nel vicino museo-negozio.
Il soffitto del santuario è percorso da un sistema di canaline in metallo che servono a raccogliere l’acqua, considerata santa, che esce dalla grotta.
Secondo la leggenda questa è l’acqua santa che nel Seicento guarì Girolama La Gattuta, salita al Monte Pellegrino per tener fede a un voto, e dopo di lei molte altre persone.
Non si hanno notizie certe sulle origini di “Santuzza“, come viene affettuosamente chiamata dai palermitani Santa Rosalia, la patrona della città.
Secondo la tradizione era figlia di nobili, discendenti di Carlo Magno, ma abbandonò la vita lussuosa della nobiltà dopo aver rifiutato un matrimonio con il conte Baldovino combinato dal padre per obbedienza al re.
La vita religiosa di Santa Rosalia inizia intorno ai 13/15 anni: abbandonata la casa paterna, Rosalia sceglie la vita eremitica e per 12 anni vive in una piccola cavità carsica nel bosco della Quisquina (oggi incorporata all’interno di un eremo dedicato alla santa).
Dopo una breve parentesi a Palermo nella casa dei genitori, Rosalia torna a vivere da eremita in una grotta nel sacro monte dei palermitani, dove morirà otto anni dopo.
Viene proclamata patrona di Palermo nel 1624, dopo circa 450 anni dalla sua morte.
Le ossa di Santa Rosalia vennero ritrovate nel 1624, in seguito ad un’apparizione della santa a Girolama La Gattuta.
Le vicende che portarono all’autenticazione delle ossa vedono invece protagonista il saponaro Vincenzo Bonelli che, dopo aver perso la moglie uccisa dalla peste, sfuggì ai controlli imposti in città per motivi di sanità pubblica e, vestito da cacciatore, salì sul Monte Pellegrino con l’intento di suicidarsi.
A fermarlo fu proprio Santa Rosalia, che gli apparve in visione dicendogli che la peste sarebbe cessata se le sue ossa fossero state portate in giro per la città.
Il finto cacciatore raccontò le parole della santa al suo confessore, che ne informò l’Arcivescovo. Mesi dopo fu organizzata la processione delle ossa: al loro passaggio gli ammalati guarirono sotto gli occhi di tutti e il contagiò si fermò, mentre la completa estinzione dell’epidemia si ebbe a solo un anno di distanza dalla miracolosa processione.
All’interno del santuario è possibile sposarsi, ma se volete una location così suggestiva dovete iniziare a organizzare il vostro matrimonio con molto anticipo: le prenotazioni per i matrimoni si aprono generalmente due anni prima!
Dal centro di Palermo il santuario di Santa Rosalia può essere raggiunto in automobile oppure con un autobus urbano.